Ci è voluto poco a Stefano Besana per convincermi: le sue iniziative sono sempre di grande interesse, ma la peculiarità di questa per la quale non ho esitato a dire “Ora te lo spammo ovunque perchè la gente DEVE partecipare” è stata la voglia di chiarire qual è la reale differenza tra quanto il “dire” ed il “fare” nel mondo delle collaborazioni Social nel BelPaese.
Vedo sempre tanti numeri e sento tante parole ma ora è il momento di dimostrare la teoria, e per questo ognuno di noi deve partecipare a questa indagine voluta dal Besana stesso e da Emanuele Quintarelli cliccando QUI ma senza dimenticare di leggere i relativi post dei due autori (linkati sui nomi degli stessi)
Lo scopo?
I vantaggi dell’avere dati aggiornati sono molteplici, sia per i consulenti che si muovono in questo settore sia per le aziende che avrebbero modo di capire:
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Lo stato dell’arte rispetto ad altri paesi nel mondo cercando un confronto arricchente ed evolutivo
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Il loro posizionamento rispetto ad altre realtà nazionali comparabili
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Quali siano le best practice e gli errori da evitare nel caso maturi una volontà nell’evolvere verso soluzioni di questo tipo
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In che modo vengano allocati e distribuiti i budget all’interno di iniziative di questo tipo
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In che modo si comportino le differenti industry e se siano rintracciabili dei trend trasversali o dei fattori differenzianti significativi
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Quali sono le figure aziendali coinvolte all’interno di strategie e iniziative di social collaboration
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Fino a che punto si possa investire in questa direzione nel nostro paese: sia in termini di ritorno economico sia in termini di percezione da parte degli utenti
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Quale sia lo stato attuale della collaborazione all’interno delle aziende italiane
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La penetrazione di tecnologie in ambito mobile e all’interno del contesto lavorativo quotidiano
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L’indagine durerà fino a settembre ma prima la fate (e la fate girare tra i vostri colleghi) meglio è.